venerdì 16 aprile 2010

AMBIENTE, ITALIA BOCCIATA



Presentato l’annuario dei dati ambientali dell’Ispra. I numeri sono impietosi sull’estinzione delle specie animali e vegetali, dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici e inquinamento acustico


Biodiversità a rischio, degrado del suolo e inquinamento acustico. Questi sono solo alcuni dei problemi del territorio italiano che emergono dall’edizione 2009 dell’Annuario dei dati ambientali, presentato ieri a Roma dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). In particolare, nell’anno della biodiversità, è allarmante che ci sia un grado di estinzione delle specie animali e vegetali «senza precedenti », che riguarda il 23% degli uccelli, il 15% dei mammiferi e addirittura il 66% di pesci d’acqua dolce, rettili e an- fibi. Tra i più a rischio ci sono i volatili, in particolare quelli degli ambienti agricoli, come allodola, balestruccio e rondine. Oltre la fauna è in pericolo anche la flora, con il 15% delle piante superiori e il 40% di quelle inferiori in estinzione, mentre si espande di circa 5mila 500 ettari l’anno il patrimonio forestale nazionale; aumentano anche le Zps (Zone di protezione speciale) ormai pari al 14,5% del territorio e i Siti di importanza comunitaria (Sic), ben 2mila 228 sul 15% del territorio. Tra le cause che portano all’estinzione delle specie c’è il
bracconaggio, e sono d’attualità i vincoli alla caccia, dopo che mercoledì la Commissione agricoltura della Camera ha approvato l’articolo 43 della legge Comunitaria, che prevede la possibilità per le regioni di posticipare i termini del calendario venatorio. Su questo, si è detto «perplesso » Roberto Caracciolo, capo del dipartimento Stato dell’ambiente dell’Ispra: se l’esito di questa modifica legislativa dovesse essere «una minaccia per le specie, può aumentare la probabilità di fenomeni illeciti, che invece andrebbero evitati».Cambiamenti
climatici e riscaldamento continuano la loro marcia: nel corso degli ultimi 27 anni, nel nostro paese la temperatura media è aumentata di un grado, e il subcommissario dell’Ispra, Stefano Laporta, ha confermato che il dato «ricalca un trend globale». Potrebbero essere inondati «circa 1400 chilometri di aree di piana costiera depresse, mentre 4mila chilometri di coste basse e sabbiose rischiano una forte erosione, con infiltrazioni di acqua salata nelle falde dolci». Secondo i ricercatori dell’Istituto, i principali settori che contribuiscono alle emissioni di gas serra sono i trasporti, con 25,47 milioni di tonnellate equivalenti e le industrie energetiche, con 20,61 milioni di tonnellate, cui si aggiungono il settore residenziale e dei servizi, che contribuisce per 3,71 milioni di tonnellate e i rifiuti. In calo le emissioni generali, con un trenddi decrescita partito nel 2005 che si accentua coi dati di 2008 e 2009, che l’Ispra presenterà il 22 aprile. nell’annuario c’è una finestra su dissesto idrogeologico e frane. nel periodo 2008 – 2009 ci sono stati diversi eventi sismici che hanno superato la soglia di magnitudo 5: non solo il terremoto dell’aquila, ma anche quelli della costa calabra e nell’area del Frignano, che hanno provocato danni minimi. In realtà, considerando i piccoli sismi, in Italia c’è un terremoto ogni 30 secondi, come ha confermato il ricercatore del servizio geologico Luca Guerrieri, per il quale «è necessaria maggiore prevenzione, non tanto sul nuovo costruito, già soggetto a leggi antisismiche, quanto sulle vecchie costruzioni e i beni culturali». Forte in tutto il paese il rischio di frane, coi censimenti dell’Ispra che ne hanno individuato più di 485mila, in un’area di oltre 20mila 700 chilometri, il 6,9% del territorio della penisola. Ben 5mila 708 comuni italiani sono interessati da fenomeni franosi, percentuale che arriva addirittura al 70,5% del totale. Infine, tra le cause di peggioramento dellaqualità della vita e dell’ambiente c’è sicuramente l’inquinamento acustico: nel 45,5% dei 3mila 645 controlli effettuati c’è stato un superamento dei limiti vigenti, contro il 47,7% registrato del 2007. nel 2008 le sorgenti più disturbanti sono state le attività commerciali e di servizio (43,2%), le attività produttive (28%) e le infrastrutture stradali (22,9%).

martedì 13 aprile 2010

PROPOSTA PER LA TUTELA DEGLI ANIMALI


BASSANO ECOLOGISTA E LAV ABBIAMO REDATTO UNA PROPOSTA PER LA TUTELA DEGLI ANIMALI DA PRESENTARE AI COMUNI.


Tutela delle RONDINI

Il Comune si impegna a proteggere i nidi di Rondine e di Balestruccio, vietandone a chiunque la distruzione. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 30 comma 1, lett. h) della L.157/1992, la violazione di questo punto della delibera determinerà una sanzione amministrativa da 100 a 500 Euro per ogni nido danneggiato.

Di permettere deroghe (in caso di restauri o ristrutturazioni) solo al di fuori del periodo di nidificazione (dal 15 marzo al 15 settembre), previa autorizzazione dell’Assessorato all’Ambiente e a fronte della compensazione obbligatoria mediante sostituzione dei nidi distrutti con nidi artificiali.

Di vietare l’uso di esche avvelenate nei luoghi aperti su tutto il territorio del Comune; la violazione di questo punto della delibera determinerà una sanzione amministrativa da 100 a 500 Euro.

Di vietare l’utilizzo di prodotti chimici diserbanti su tutto il territorio comunale.
Deroghe sono ammesse per non obbligare i produttori agricoli professionisti, iscritti regolarmente alla Camera di Commercio e riconosciuti tali dai codici. Per questi ultimi l’Amministrazione potrà stabilire delle convenzioni al fine di partecipare alla produzione a basso impatto ambientale o biologica: è tuttavia vietato anche agli agricoltori diserbare le rive dei corsi d’acqua di qualsiasi dimensione essi siano (anche canali di scolo e drenaggio superficiale). Per il diserbo di strade asfaltate e marciapiedi saranno ammessi solo mezzi fisici di rimozione delle erbe; possibile il pirodiserbo e la pacciamatura. La violazione di questo punto della delibera determinerà una sanzione amministrativa da 100 a 500 Euro.

Tutela dei Pipistrelli

Il Comune si impegna ad incentivare il ritorno della popolazione dei chirotteri quale animale autoctono e la protezione dei loro siti di nidificazione e svernamento ed in quanto predatori naturali che possono efficacemente contrastare la diffusione delle zanzare e capaci di cibarsi di oltre duemila insetti per notte e quindi sono regolatori naturali contro l’invadenza di moscerini e zanzare;
- ritenuto di dover assicurare una corretta informazione ai cittadini e di dover stimolare l’adozione
delle pratiche utili al contenimento della diffusione delle zanzare, proponendo non solo gli
interventi che richiedono l’uso di pesticidi ma anche le metodiche “biologiche” (repellenti
naturali, predatori naturali, controllo e periodico svuotamento dei sottovasi, ecc.) rispettosi
dell’ambiente, della salute umana e efficaci non solo nell’immediato ma anche nel mediolungo
periodo.
Tutela della piccola fauna

1. In sintonia con i principi e le norme contenute nella Convenzione di Berna 19.09.1979 (recepita con Legge 06.08.1981 n.503), nella Direttiva Habitat Consiglio CEE 92/43 21.05.1992 (recepita con DPR 08.09.1997, n.357 e successive integrazioni), nella Legge n.157/92, nella L.R. 5 aprile 1988 n.18, il Comune di Bassano del Grappa tutela le specie di piccola fauna di importanza nazionale durante tutte le fasi biologiche della loro esistenza, nel loro habitat naturale e durante le rotte di migrazione, svernamento, raduno, alimentazione, riproduzione e muta.
2. Le specie animali - le relative ed eventuali sottospecie, nonché le specie autoctone mediterranee o europee occasionalmente presenti sul suolo comunale - oggetto di tutela sono:
a) tutte le specie appartenenti alla classe degli Anfibi
b) tutte le specie autoctone appartenenti alla classe dei Rettili
c) tutti i mammiferi ad eccezione di quanto previsto dalla legge 157 del 1992, il topolino delle case, il ratto nero ed il ratto delle chiaviche;
d) tutti i crostacei di specie autocotone;
e) tutte le popolazioni di specie endemiche e di importanza comunitaria di invertebrati dulciacquicoli e terragnoli.
E’ tutelato, inoltre, l’intero popolamento animale proprio delle cavità ipogee ed è vietato detenere chirotteri di specie autoctone.
3. Sono vietate l’uccisione, il ferimento, la cattura, il maltrattamento in ogni sua forma, la detenzione a qualsiasi scopo, il trasporto, la traslocazione ed il commercio delle specie di cui al precedente punto, fatte salve le deroghe per gli Enti di cui al seguente comma 5.
4. Quanto indicato al precedente punto 1 è esteso anche alle uova e alle forme larvali delle medesime specie animali elencate al precedente punto 2.
5. Chiunque detenga, a qualsiasi scopo e prima dell’entrata in vigore del presente Regolamento, individui appartenenti alle specie di cui al punto 2, è obbligato a denunciarne il possesso, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del presente Regolamento, mediante comunicazione scritta da inviare all’Ufficio competente per la tutela degli animali.
6. Ad estensione del precedente punto 1, è vietato alterare, modificare, distruggere i siti naturali di vita e nidificazione delle medesime specie animali elencate al precedente punto 2, quali ad esempio cavità, aree umide, pozze d’acqua, microclimi, piccoli corsi d’acqua. Il comune si impegna ad intraprendere delle iniziative per la protezione di questi siti.

Cantieri

I vari soggetti pubblici e/o privati che intendono eseguire opere edili e/o di restauro conservativo, di carattere pubblico e/o privato, i cui interventi siano ricadenti in zone ed aree interessate dalla presenza anche temporanea di animali domestici o selvatici, devono provvedere, in fase di progettazione, un’idonea collocazione temporanea e/o permanente per gli animali domestici e forme di tutela diretta per gli animali selvatici e darne comunicazione al Comune almeno sessanta (60) giorni prima dell’inizio previsto dei lavori. A tal fine, il Comune potrà far modificare le indicazioni e collaborerà con le associazioni di volontariato presenti sul territorio per l’individuazione, entro sessanta giorni, del sito in cui collocare gli animali e per le eventuali attività connesse
2) Tale collocazione di norma deve essere ubicata in una zona adiacente al cantiere e dovrà essere in grado di ospitare tutti gli animali appartenenti alle colonie interessate dagli interventi; dovrà altresì essere consentita alle gattare/i o, in alternativa, a persona incaricata dal Comune, con le modalità più opportune, la possibilità di continuare ad alimentare tali animali
3) Al termine dei lavori, gli animali, anche previa collocazione in appositi ed adeguati insediamenti, dovranno, se possibile, essere reimmessi sul territorio loro di origine, oppure in siti immediatamente adiacenti a quello originario di provenienza e , comunque, assicurando agli animali un adeguato rispetto del benessere



Bassano del Grappa, 18.02.10