domenica 28 febbraio 2010

AL VIA IL PROCESSO AI TITOLARI DELLA TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA



Dopo anni di tentativi d’insabbiamento, rinvii, richieste d'archiviazione, martedì 2 marzo si apre il processo a carico dei titolari della Tricom di Tezze sul Brenta [Vicenza]. E’ il primo processo per morti da cromo esavalente in Italia. Tocca a noi il triste primato di aprire un'ennesima causa per morte di lavoratori.

Di lavoro e per lavoro si continua a morire. Le statistiche sono agghiaccianti e le previsioni per il futuro ancora peggiori. Per i padroni, appoggiati dalle istituzioni, la vita dei lavoratori non vale nulla: ciò che conta è trarre il massimo profitto dal nostro lavoro. In un periodo di crisi come adesso, la sicurezza e la salute valgono ancora meno. Per un posto di lavoro si dovrebbe rinunciare a tutto, anche alla vita.

Noi non ci stiamo: le nostre mobilitazioni assieme al lavoro svolto dai familiari, hanno dimostrato che rompere il silenzio è indispensabile per togliere dalle mani di questi signori la nostra vita. E’ una battaglia dura, non abbiamo certamente vinto. L’apertura del processo segna una tappa in avanti; rompe il muro d’omertà che per troppo tempo c’e stato su questa vicenda. E’ importante sostenere questo processo con la presenza costante alle udienze e alle mobilitazioni che convocheremo.

Il primo appuntamento è per martedì 2 marzo, alle ore 10, davanti al tribunale di Bassano del Grappa [Vicenza].

venerdì 12 febbraio 2010

PEDEMONTANA : IMPATTO AMBIENTALE DEVASTANTE


ENNESIMO ESEMPIO DI COME SARA' DEVASTANTE LA PEDEMONTANA

Dal Giornale di VIcenza

Spv, la gente scontenta scrive al commissario. I punti cruciali in due lettere degli abitanti di via Madonna delle Grazie
«Espropri strani e senza senso per salvare un capannone o l'aviosuperficie. Insoddisfatti delle risposte date al sindaco»

La zona dove passerà la Spv Sta suscitando notevoli preoccupazioni anche a Romano d'Ezzelino il progetto del tracciato della futura Superstrada pedemontana veneta.
I residenti di via Madonna delle Grazie hanno già scritto al commissario straordinario Silvano Vernizzi per proporre le loro osservazioni sul tratto che li riguarda.
Il 23 gennaio hanno inviato una lettera, sottoscritta da 83 persone, con la quale si punta il dito sulla curva immediatamente ad est della discarica.
«Fa male al cuore - vi si legge - vedere tale scempio. Una lunga striscia di terra espropriata e sprecata a sud del tracciato senza trovare una logica spiegazione. Forse un proprietario di un capannone o pochi ricchi con le necessità dell'aviosuperficie per il fine settimana valgono più delle decine di proprietari di terra, sacra per molti di loro perché impregnata del sudore di più generazioni? Se così fosse, sarebbe questa la giustizia? Se andiamo a confrontare i numerosi vecchi progetti con l'attuale, appare chiaro l'ostacolo e allora ci chiediamo se sia il costo per l'abbattimento di un capannone a determinare la scelta».
«Da parte nostra - proseguono - invochiamo l'eliminazione della curva e che la superstrada, una volta superata la discarica possa, per quanto possibile, proseguire in trincea per limitare i gravi danni ambientali che inevitabilmente ne conseguiranno».
Con una seconda lettera, che porta la data del primo febbraio, sottoscritta da 34 proprietari con rispettivi numeri di particelle, gli abitanti della zona sono tornati a presentare le osservazioni.
«Siamo profondamente delusi - recita il testo - e insoddisfatti delle modifiche accordate al sindaco Rossella Olivo e consideriamo immotivata e anzi misteriosa la difesa ad oltranza del capannone. Proponiamo di quantificare lo spreco economico per l'allungamento della strada a causa della curva e di valutare la correttezza dell'operazione. Chiediamo che la strada corra in trincea profonda cinque metri per tutelare la nostra salute, visto che l'impatto ambientale sarà comunque devastante, che venga eliminata la curva portando il tracciato a ridosso del confine di proprietà e che venga risarcito il terreno che eventualmente dovesse restare a sud del tracciato».
«Se le richieste non saranno accettate - concludono nella loro missiva gli abitanti della zona interessata dal passaggio della Pedemontana - i proprietari dei terreni non intendono firmare l'atto di esproprio e proseguiranno fino in fondo nella difesa dei loro legittimi interessi».
Danilo Zonta