domenica 16 maggio 2010

SVEG-BEYFIN: SPERIAMO BENE!


Questo è un articolo del Giornale di Vicenza sul comunicato che la Giunta comunale di Rosà ha rivolto alla popolazione sul rischio della Sveg-Beyfin, con suggerimenti e informazioni per potersi proteggere.

La Giunta comunale di Rosà informerà la popolazione sul rischio derivante dalla ditta Sveg-Beyfin di Bassano del Grappa, che si trova ai confini con la frazione di Rosatese di Travettore. Si tratta di un'informazione che risponde alla normativa Seveso, in materia di sicurezza ambientale.
Si tratta di informazioni sui rischi d'incidente rilevante legati alla presenza di un'attività industriale presente sul territorio.
Per incidente rilevante s'intende un evento che può comportare emissione di sostanze tossiche, incendio o esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività dello stabilimento e che dia luogo ad un pericolo grave per la salute umana, l'ambiente e in cui intervengano una o più sostanze pericolose. La ditta Beyfin spa ha dichiarato l'uso di gas di petrolio liquefatto ed è classificato come industria a rischio di incidente rilevante.
Con questo fascicolo si vuole portare a conoscenza della popolazione le misure di sicurezza e le norme di comportamento da seguire.
Lo scopo non è quello di generare preoccupazione, quanto di diffondere il più possibile informazioni atte a difendersi da rischi potenziali che seppur ridotti da azioni di prevenzione della sicurezza, esistono.
Fughe di GPL si sono già verificate: la presenza del deposito in un'area densamente abitata è un pericolo costante.

Facciamo gli scongiuri e speriamo bene.

venerdì 14 maggio 2010

OASI DI SAN DANIELE IN FESTA


“Giornata per la salvaguardia del nostro territorio pedemontano, aperta a bambini, famiglie, anziani, con visite guidate, laboratori creativi, attività didattiche”

DOMENICA 30 MAGGIO
SAN ZENONE DEGLI EZZELINI

Ore 6,30 –Suggestiva passeggiata guidata “Suoni e animali dell’Oasi”
(è gradita la prenotazione al 347-5693347)

Ore 10,00 – Partenza visite all’Oasi accompagnate da esperti (biologo, ornitologo ed entomologo) che si ripeteranno durante la giornata
- allestimento campo Medioevale
- laboratorio con materiali naturali

Ore 11,00 - Partenza giro panoramico mattutino in bicicletta “dalla Piovega al Castellaro”
(per chi non fosse fornito di bicicletta ne troverà disponibili sul posto)

Ore 11.30 - apertura ufficiale della giornata “OASINFESTA” con saluto delle autorità

Ore 12,30 – “Suoni, suggestioni, armonie” dell’Oasi

Ore 13,00 – Pic-Nic all’aperto (al sacco o con possibilità di acquisto presso lo stand degli Alpini)

Ore 14.30 – Laboratori ed attività per bambini e adulti:
- costruiamo un erbario
- costruiamo con materiale da riciclo
- il mondo delle Api
- arrampicata sugli alberi
- percorso vita

Ore 15,00 – Incontro storico medioevale tra Ezzelino III (Centro Studi Ezzelino da Romano - Contrà Castello) con il Fratello Alberico (Academia Sodalitas Ecelinorum) e la popolazione di Romano e San Zenone

Ore 16,00 - partenza giro pomeridiano in bicicletta “dalla Piovega al Castellaro”

Ore 17,00 - spuntino offerto dal “Comitato Oasi”

Ore 18,00 - ultimo giro in bicicletta “dalla Piovega al Castellaro”

In caso di pioggia la manifestazione verrà rinviata alla Domenica successiva 06.06.2010

FACCIAMO LA MOSSA GIUSTA: SE PUOI RAGGIUNGI IL POSTO CON MEZZI NON MOTORIZZATI!!


Con la partecipazione di: Comitato Oasi, Associazione Sentieri Natura, A.N.A. di Liedolo, Gruppo Protezione Civile di San Zenone, Gruppo Mamme di Liedolo, Gruppo GAS di Asolo, Associazione Apicoltori del Grappa, Academia Sodalitas Ecelinorum, Lega Ambiente di Sernaglia della Battaglia, Associazione Volley Mussolente, Cicli Premier, Consorzio Vivere il Grappa, Cooperativa Adelante, Libreria Massaro, Tipolitografia Battagin, Comunità Montana del Grappa, Caseificio Montegrappa.
Gli esperti: Botanico Bruno Martino, dott.ssa Patrizia Ianne, Prof. Stefano Tasca, P.A. Fabio Danzi, Prof. Stefano Farronato e molte altre persone che, a titolo volontario hanno dato il loro contributo.

ALLARME PESTICIDI NELLE ACQUE


Sono 118, secondo l’Ispra le sostanze pericolose rinvenute nelle acque superficiali e sotterranee del nostro Paese nel biennio 2007 – 2008, con netta prevalenza dei componenti chimici usati nei campi


Ancora troppi pesticidi nelle acque italiane, anche in quelle potabili. Sono ben 118, secondo il rapporto dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul monitoraggio nazionale di queste sostanze, quelle pericolose rinvenute nelle acque superficiali
e sotterranee del nostro Paese nel biennio 2007 – 2008, con netta prevalenza dei pesticidi utilizzati in agricoltura, fungicidi, insetticidi ma soprattutto erbicidi. I dati raccolti dall’Istituto servono per capire come combattere gli organismi nocivi, tutelando gli ecosistemi acquatici, quindi in teoria non c’è controllo sulle acque potabili, ma spesso i corpi idrici interessati sono gli stessie le sostanze trovate pericolose anche per l’uomo, che può ingerirle in forma indiretta attraverso la catena alimentare, quando mangia cibi venuti a contatto con l’acqua contaminata. I campioni analizzati sono stati 19mila 201: per quanto riguarda le acque superficiali hanno mostrato residui ben 518 punti di monitoraggio, il 47,9% del totale, e nel 31,7% dei casi le concentrazioni erano superiori ai limiti previsti per le acque potabili, che sono di 0,1 milligrammi al litro per la singola sostanza e 0,5 milligrammi per i pesticidi totali. Nelle acque sotterranee, invece, i punti contaminati sono stati 556, il 27% del totale, nel 15,5% con concentrazioni superiori ai limiti. In tutto, i ricercatori hanno trovato 118 diversi pesticidi, con prevalenza schiacciante di erbicidi, visto che l’86,7% dei rilevamenti “positivi” hanno riguardato queste sostanze, che vengono sparse direttamente sul suolo, spesso in coincidenza coi periodi più piovosi dell’anno, per cui sono facilmente trasportate nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Tra le sostanze, critica la situazione per la Terbutilazina, usata nelle colture di mais e sorgo, con una contaminazione diffusa in tutta l’area padano-veneta e in alcune regioni del centrosud. Il diserbante è stato individuato nel 42,5% dei campionamenti su acque superficiali (per il 23,9% dei casi sopra il limite per l’acqua potabile), e nel 16,4% di quelli sulle sotterranee (il 5% sopra i limiti). Nelle regioni dove l’uso è più massiccio, come Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, si arriva oltre l’80% di ac-que a rischio, e più o meno nelle stesse zone si continua a rilevare la presenza di Atarazina, fuori commercio da quasi due decenni. Dai dati del 2008 emerge anche la presenza del fungicida carbendazim e degli insetticidi metomil e imidacloprid, in passato mai rilevati. Le loro elevate frequenze sono da attribuire ai dati della Sicilia, che rispetto agli anni passati ha ampliato lo spettro di sostanze cercate. Come già in passato, nei campioni sono presenti miscele di sostanze, fino a 14 insieme, e vanno quindi considerati i possibili effetti cumulativi di questi mix, come ribadito anche a livello europeo. Nei controlli ci sono ancora grandi differenze tra le regioni, specie sul numero delle sostanze cercate, con monitoraggio più efficace nel nord che al sud.

venerdì 16 aprile 2010

AMBIENTE, ITALIA BOCCIATA



Presentato l’annuario dei dati ambientali dell’Ispra. I numeri sono impietosi sull’estinzione delle specie animali e vegetali, dissesto idrogeologico, cambiamenti climatici e inquinamento acustico


Biodiversità a rischio, degrado del suolo e inquinamento acustico. Questi sono solo alcuni dei problemi del territorio italiano che emergono dall’edizione 2009 dell’Annuario dei dati ambientali, presentato ieri a Roma dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). In particolare, nell’anno della biodiversità, è allarmante che ci sia un grado di estinzione delle specie animali e vegetali «senza precedenti », che riguarda il 23% degli uccelli, il 15% dei mammiferi e addirittura il 66% di pesci d’acqua dolce, rettili e an- fibi. Tra i più a rischio ci sono i volatili, in particolare quelli degli ambienti agricoli, come allodola, balestruccio e rondine. Oltre la fauna è in pericolo anche la flora, con il 15% delle piante superiori e il 40% di quelle inferiori in estinzione, mentre si espande di circa 5mila 500 ettari l’anno il patrimonio forestale nazionale; aumentano anche le Zps (Zone di protezione speciale) ormai pari al 14,5% del territorio e i Siti di importanza comunitaria (Sic), ben 2mila 228 sul 15% del territorio. Tra le cause che portano all’estinzione delle specie c’è il
bracconaggio, e sono d’attualità i vincoli alla caccia, dopo che mercoledì la Commissione agricoltura della Camera ha approvato l’articolo 43 della legge Comunitaria, che prevede la possibilità per le regioni di posticipare i termini del calendario venatorio. Su questo, si è detto «perplesso » Roberto Caracciolo, capo del dipartimento Stato dell’ambiente dell’Ispra: se l’esito di questa modifica legislativa dovesse essere «una minaccia per le specie, può aumentare la probabilità di fenomeni illeciti, che invece andrebbero evitati».Cambiamenti
climatici e riscaldamento continuano la loro marcia: nel corso degli ultimi 27 anni, nel nostro paese la temperatura media è aumentata di un grado, e il subcommissario dell’Ispra, Stefano Laporta, ha confermato che il dato «ricalca un trend globale». Potrebbero essere inondati «circa 1400 chilometri di aree di piana costiera depresse, mentre 4mila chilometri di coste basse e sabbiose rischiano una forte erosione, con infiltrazioni di acqua salata nelle falde dolci». Secondo i ricercatori dell’Istituto, i principali settori che contribuiscono alle emissioni di gas serra sono i trasporti, con 25,47 milioni di tonnellate equivalenti e le industrie energetiche, con 20,61 milioni di tonnellate, cui si aggiungono il settore residenziale e dei servizi, che contribuisce per 3,71 milioni di tonnellate e i rifiuti. In calo le emissioni generali, con un trenddi decrescita partito nel 2005 che si accentua coi dati di 2008 e 2009, che l’Ispra presenterà il 22 aprile. nell’annuario c’è una finestra su dissesto idrogeologico e frane. nel periodo 2008 – 2009 ci sono stati diversi eventi sismici che hanno superato la soglia di magnitudo 5: non solo il terremoto dell’aquila, ma anche quelli della costa calabra e nell’area del Frignano, che hanno provocato danni minimi. In realtà, considerando i piccoli sismi, in Italia c’è un terremoto ogni 30 secondi, come ha confermato il ricercatore del servizio geologico Luca Guerrieri, per il quale «è necessaria maggiore prevenzione, non tanto sul nuovo costruito, già soggetto a leggi antisismiche, quanto sulle vecchie costruzioni e i beni culturali». Forte in tutto il paese il rischio di frane, coi censimenti dell’Ispra che ne hanno individuato più di 485mila, in un’area di oltre 20mila 700 chilometri, il 6,9% del territorio della penisola. Ben 5mila 708 comuni italiani sono interessati da fenomeni franosi, percentuale che arriva addirittura al 70,5% del totale. Infine, tra le cause di peggioramento dellaqualità della vita e dell’ambiente c’è sicuramente l’inquinamento acustico: nel 45,5% dei 3mila 645 controlli effettuati c’è stato un superamento dei limiti vigenti, contro il 47,7% registrato del 2007. nel 2008 le sorgenti più disturbanti sono state le attività commerciali e di servizio (43,2%), le attività produttive (28%) e le infrastrutture stradali (22,9%).

martedì 13 aprile 2010

PROPOSTA PER LA TUTELA DEGLI ANIMALI


BASSANO ECOLOGISTA E LAV ABBIAMO REDATTO UNA PROPOSTA PER LA TUTELA DEGLI ANIMALI DA PRESENTARE AI COMUNI.


Tutela delle RONDINI

Il Comune si impegna a proteggere i nidi di Rondine e di Balestruccio, vietandone a chiunque la distruzione. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 30 comma 1, lett. h) della L.157/1992, la violazione di questo punto della delibera determinerà una sanzione amministrativa da 100 a 500 Euro per ogni nido danneggiato.

Di permettere deroghe (in caso di restauri o ristrutturazioni) solo al di fuori del periodo di nidificazione (dal 15 marzo al 15 settembre), previa autorizzazione dell’Assessorato all’Ambiente e a fronte della compensazione obbligatoria mediante sostituzione dei nidi distrutti con nidi artificiali.

Di vietare l’uso di esche avvelenate nei luoghi aperti su tutto il territorio del Comune; la violazione di questo punto della delibera determinerà una sanzione amministrativa da 100 a 500 Euro.

Di vietare l’utilizzo di prodotti chimici diserbanti su tutto il territorio comunale.
Deroghe sono ammesse per non obbligare i produttori agricoli professionisti, iscritti regolarmente alla Camera di Commercio e riconosciuti tali dai codici. Per questi ultimi l’Amministrazione potrà stabilire delle convenzioni al fine di partecipare alla produzione a basso impatto ambientale o biologica: è tuttavia vietato anche agli agricoltori diserbare le rive dei corsi d’acqua di qualsiasi dimensione essi siano (anche canali di scolo e drenaggio superficiale). Per il diserbo di strade asfaltate e marciapiedi saranno ammessi solo mezzi fisici di rimozione delle erbe; possibile il pirodiserbo e la pacciamatura. La violazione di questo punto della delibera determinerà una sanzione amministrativa da 100 a 500 Euro.

Tutela dei Pipistrelli

Il Comune si impegna ad incentivare il ritorno della popolazione dei chirotteri quale animale autoctono e la protezione dei loro siti di nidificazione e svernamento ed in quanto predatori naturali che possono efficacemente contrastare la diffusione delle zanzare e capaci di cibarsi di oltre duemila insetti per notte e quindi sono regolatori naturali contro l’invadenza di moscerini e zanzare;
- ritenuto di dover assicurare una corretta informazione ai cittadini e di dover stimolare l’adozione
delle pratiche utili al contenimento della diffusione delle zanzare, proponendo non solo gli
interventi che richiedono l’uso di pesticidi ma anche le metodiche “biologiche” (repellenti
naturali, predatori naturali, controllo e periodico svuotamento dei sottovasi, ecc.) rispettosi
dell’ambiente, della salute umana e efficaci non solo nell’immediato ma anche nel mediolungo
periodo.
Tutela della piccola fauna

1. In sintonia con i principi e le norme contenute nella Convenzione di Berna 19.09.1979 (recepita con Legge 06.08.1981 n.503), nella Direttiva Habitat Consiglio CEE 92/43 21.05.1992 (recepita con DPR 08.09.1997, n.357 e successive integrazioni), nella Legge n.157/92, nella L.R. 5 aprile 1988 n.18, il Comune di Bassano del Grappa tutela le specie di piccola fauna di importanza nazionale durante tutte le fasi biologiche della loro esistenza, nel loro habitat naturale e durante le rotte di migrazione, svernamento, raduno, alimentazione, riproduzione e muta.
2. Le specie animali - le relative ed eventuali sottospecie, nonché le specie autoctone mediterranee o europee occasionalmente presenti sul suolo comunale - oggetto di tutela sono:
a) tutte le specie appartenenti alla classe degli Anfibi
b) tutte le specie autoctone appartenenti alla classe dei Rettili
c) tutti i mammiferi ad eccezione di quanto previsto dalla legge 157 del 1992, il topolino delle case, il ratto nero ed il ratto delle chiaviche;
d) tutti i crostacei di specie autocotone;
e) tutte le popolazioni di specie endemiche e di importanza comunitaria di invertebrati dulciacquicoli e terragnoli.
E’ tutelato, inoltre, l’intero popolamento animale proprio delle cavità ipogee ed è vietato detenere chirotteri di specie autoctone.
3. Sono vietate l’uccisione, il ferimento, la cattura, il maltrattamento in ogni sua forma, la detenzione a qualsiasi scopo, il trasporto, la traslocazione ed il commercio delle specie di cui al precedente punto, fatte salve le deroghe per gli Enti di cui al seguente comma 5.
4. Quanto indicato al precedente punto 1 è esteso anche alle uova e alle forme larvali delle medesime specie animali elencate al precedente punto 2.
5. Chiunque detenga, a qualsiasi scopo e prima dell’entrata in vigore del presente Regolamento, individui appartenenti alle specie di cui al punto 2, è obbligato a denunciarne il possesso, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del presente Regolamento, mediante comunicazione scritta da inviare all’Ufficio competente per la tutela degli animali.
6. Ad estensione del precedente punto 1, è vietato alterare, modificare, distruggere i siti naturali di vita e nidificazione delle medesime specie animali elencate al precedente punto 2, quali ad esempio cavità, aree umide, pozze d’acqua, microclimi, piccoli corsi d’acqua. Il comune si impegna ad intraprendere delle iniziative per la protezione di questi siti.

Cantieri

I vari soggetti pubblici e/o privati che intendono eseguire opere edili e/o di restauro conservativo, di carattere pubblico e/o privato, i cui interventi siano ricadenti in zone ed aree interessate dalla presenza anche temporanea di animali domestici o selvatici, devono provvedere, in fase di progettazione, un’idonea collocazione temporanea e/o permanente per gli animali domestici e forme di tutela diretta per gli animali selvatici e darne comunicazione al Comune almeno sessanta (60) giorni prima dell’inizio previsto dei lavori. A tal fine, il Comune potrà far modificare le indicazioni e collaborerà con le associazioni di volontariato presenti sul territorio per l’individuazione, entro sessanta giorni, del sito in cui collocare gli animali e per le eventuali attività connesse
2) Tale collocazione di norma deve essere ubicata in una zona adiacente al cantiere e dovrà essere in grado di ospitare tutti gli animali appartenenti alle colonie interessate dagli interventi; dovrà altresì essere consentita alle gattare/i o, in alternativa, a persona incaricata dal Comune, con le modalità più opportune, la possibilità di continuare ad alimentare tali animali
3) Al termine dei lavori, gli animali, anche previa collocazione in appositi ed adeguati insediamenti, dovranno, se possibile, essere reimmessi sul territorio loro di origine, oppure in siti immediatamente adiacenti a quello originario di provenienza e , comunque, assicurando agli animali un adeguato rispetto del benessere



Bassano del Grappa, 18.02.10

domenica 21 marzo 2010

E' NECESSARIO SACRIFICARE ANCORA ZONE VERDI PER COSTRUIRE I MAGAZZINI PENGO A SCHIAVON?


NUOVA ENNESIMA CEMENTIFICAZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO
Un nuova lottizzazione è prevista a Schiavon sulla cosidetta "Area Pengo".
Il nuovo insedimento prevede l'occupazione di 67 campi vicentini pari a quasi 26 ettari, di tale superficie la metà sarà occupata dal solo capannone con altezza utile di 12 metri a cui va aggiunto il tetto prefabbricato, mentre la rimanente parte attigua verrà comunque pavimentata.

L'area si trova nei pressi del complesso rurale ex Zanettin (Bortolone) in via S.Teresa,(vedi foto). L'area è già stata acquisita dalla nota azienda di casalinghi che intende radunare in un unico edificio a Schiavon i magazzini distribuiti nel Bassanese.

Dall'operazione, il Comune potrebbe ricavare il nuovo plesso scolastico unico per gli studenti della scuola primaria di Schiavon e di Longa.
Nei progetti, esso dovrebbe sorgere lungo la Provinciale Marosticana, in un'area compresa tra la carrozzeria Pigato e gli arredamenti Antiqua.

Tra i pericoli per il territorio, secondo il comitato intercomunale, ci sarebbe anche l'asportazione di un consistente strato di ghiaia per la realizzazione del piano interrato dello stabilimento.

Secondo i promotori del progetto l'operazione consentirebbe di dotare Schiavon di strutture e servizi necessari per migliorare la qualità della vita del paese: il nuovo plesso scolastico unico, dotato di mensa, laboratori, biblioteca, aula magna, inserito in un ambiente lontano dal traffico, a ridosso di un'area dove sorgerebbero la palestra, un magazzino comunale, il nuovo campo da calcio ed eventualmente l'asilo nido».

Sempre secondo i promotori, varrebbe la pena sacrificare una piccola parte del tesoro di verde che Schiavon possiede per conservare tutta la rimanente parte e, soprattutto, per dare i servizi che la cittadinanza attende oltre al volano economico positivo che verrà ad instaurarsi».

Ma è proprio necessario continuare a sacrificare il poco verde che ancora ci rimane per progetti di questo tipo? Non sarebbe meglio che i magazzini Pengo siano unificati invece utilizzando un'area già cementificata invece di costruire in una area verde? E che gli impianti scolastici che possono servire siano costruiti a ridosso di aree già lottizzate cercando di sacrificare il verde il meno possibile?

mercoledì 3 marzo 2010

MANIFESTAZIONE NO PEDEMONTANA



L’Autostrada Pedemontana, progetto gravemente dannoso per la vallata e i comuni limitrofi, suscita sempre piu’ interrogativi nella popolazione e tra gli stessi amministratori locali.

I cittadini della Valle dell’Agno, Montecchio e Malo hanno manifestato il 30/1 la loro preoccupazione e contrarietà alla realizzazione del progetto e hanno chiesto con forza alle amministrazioni locali di fermarlo, in attesa di una seria valutazione sull’impatto dell’opera sull’ambiente e sulla salute.

Al di là delle belle parole, questo non è ancora successo: mentre si avvicina la data delle elezioni regionali, aumenta il rischio che, una volta superato lo scoglio della scadenza elettorale, si proceda senza più remore a devastare il territorio e a mettere per sempre a repentaglio la salute nostra e dei nostri figli.

In data 6 marzo 2010, con partenza alle ore 14.30 da piazza Duomo (P.zza Marconi) a Montecchio M., i cittadini manifesteranno in modo ancora piu’ forte e deciso la loro contrarieta’ a quest’opera che non serve al territorio ma a interessi esterni.

Partecipiamo tutti, facciamo sentire la nostra voce prima che sia troppo tardi! Fermiamo la falsa emergenza, fermiamo l’esproprio a vantaggio di pochi dei nostri beni, della natura, della salute, della democrazia!

domenica 28 febbraio 2010

AL VIA IL PROCESSO AI TITOLARI DELLA TRICOM DI TEZZE SUL BRENTA



Dopo anni di tentativi d’insabbiamento, rinvii, richieste d'archiviazione, martedì 2 marzo si apre il processo a carico dei titolari della Tricom di Tezze sul Brenta [Vicenza]. E’ il primo processo per morti da cromo esavalente in Italia. Tocca a noi il triste primato di aprire un'ennesima causa per morte di lavoratori.

Di lavoro e per lavoro si continua a morire. Le statistiche sono agghiaccianti e le previsioni per il futuro ancora peggiori. Per i padroni, appoggiati dalle istituzioni, la vita dei lavoratori non vale nulla: ciò che conta è trarre il massimo profitto dal nostro lavoro. In un periodo di crisi come adesso, la sicurezza e la salute valgono ancora meno. Per un posto di lavoro si dovrebbe rinunciare a tutto, anche alla vita.

Noi non ci stiamo: le nostre mobilitazioni assieme al lavoro svolto dai familiari, hanno dimostrato che rompere il silenzio è indispensabile per togliere dalle mani di questi signori la nostra vita. E’ una battaglia dura, non abbiamo certamente vinto. L’apertura del processo segna una tappa in avanti; rompe il muro d’omertà che per troppo tempo c’e stato su questa vicenda. E’ importante sostenere questo processo con la presenza costante alle udienze e alle mobilitazioni che convocheremo.

Il primo appuntamento è per martedì 2 marzo, alle ore 10, davanti al tribunale di Bassano del Grappa [Vicenza].

venerdì 12 febbraio 2010

PEDEMONTANA : IMPATTO AMBIENTALE DEVASTANTE


ENNESIMO ESEMPIO DI COME SARA' DEVASTANTE LA PEDEMONTANA

Dal Giornale di VIcenza

Spv, la gente scontenta scrive al commissario. I punti cruciali in due lettere degli abitanti di via Madonna delle Grazie
«Espropri strani e senza senso per salvare un capannone o l'aviosuperficie. Insoddisfatti delle risposte date al sindaco»

La zona dove passerà la Spv Sta suscitando notevoli preoccupazioni anche a Romano d'Ezzelino il progetto del tracciato della futura Superstrada pedemontana veneta.
I residenti di via Madonna delle Grazie hanno già scritto al commissario straordinario Silvano Vernizzi per proporre le loro osservazioni sul tratto che li riguarda.
Il 23 gennaio hanno inviato una lettera, sottoscritta da 83 persone, con la quale si punta il dito sulla curva immediatamente ad est della discarica.
«Fa male al cuore - vi si legge - vedere tale scempio. Una lunga striscia di terra espropriata e sprecata a sud del tracciato senza trovare una logica spiegazione. Forse un proprietario di un capannone o pochi ricchi con le necessità dell'aviosuperficie per il fine settimana valgono più delle decine di proprietari di terra, sacra per molti di loro perché impregnata del sudore di più generazioni? Se così fosse, sarebbe questa la giustizia? Se andiamo a confrontare i numerosi vecchi progetti con l'attuale, appare chiaro l'ostacolo e allora ci chiediamo se sia il costo per l'abbattimento di un capannone a determinare la scelta».
«Da parte nostra - proseguono - invochiamo l'eliminazione della curva e che la superstrada, una volta superata la discarica possa, per quanto possibile, proseguire in trincea per limitare i gravi danni ambientali che inevitabilmente ne conseguiranno».
Con una seconda lettera, che porta la data del primo febbraio, sottoscritta da 34 proprietari con rispettivi numeri di particelle, gli abitanti della zona sono tornati a presentare le osservazioni.
«Siamo profondamente delusi - recita il testo - e insoddisfatti delle modifiche accordate al sindaco Rossella Olivo e consideriamo immotivata e anzi misteriosa la difesa ad oltranza del capannone. Proponiamo di quantificare lo spreco economico per l'allungamento della strada a causa della curva e di valutare la correttezza dell'operazione. Chiediamo che la strada corra in trincea profonda cinque metri per tutelare la nostra salute, visto che l'impatto ambientale sarà comunque devastante, che venga eliminata la curva portando il tracciato a ridosso del confine di proprietà e che venga risarcito il terreno che eventualmente dovesse restare a sud del tracciato».
«Se le richieste non saranno accettate - concludono nella loro missiva gli abitanti della zona interessata dal passaggio della Pedemontana - i proprietari dei terreni non intendono firmare l'atto di esproprio e proseguiranno fino in fondo nella difesa dei loro legittimi interessi».
Danilo Zonta

lunedì 18 gennaio 2010

SVILUPPO LOCALE SOSTENIBILE


Ai volontari del territorio lungo l'asse del Brenta e dei comuni vicini

Il Parlamento Europeo ha dichiarato "importante" il ruolo delle
associazioni ed ha invitato le Amministrazioni a "sostenere e agevolare
il prezioso lavoro svolto dai volontari" "e a garantire un maggiore
coinvolgimento delle persone e delle organizzazioni di base
nell´attività democratica locale".
Grazie anche alle recenti deliberazioni regionali (DGR 2796/2006,
1616/2009 asse 3, 3640/2009, 3832/2009, 4083/2009, ecc) e prossime (es:
IPA 2010), vi è ora la possibilità per il volontariato di contribuire
ancora più efficacemente al miglioramento della qualità della vita nel
nostro territorio partecipando concretamente -secondo il principio di
partenariato- al confronto ed alla concertazione con le pubbliche
amministrazioni nel processo di pianificazione e programmazione locale.

Il Circolo Carotti, il GSV e l´associazione 2004 Coordinamento Ambiente,
si rivolgono alle Associazioni ed ai Gruppi che operano nel territorio
lungo l'asse del Brenta e nei comuni vicini, con il questionario
allegato perché anche voi possiate far conoscere realtà e potenzialità
esistenti (ambientali, umane, sociali, culturali, artistiche,
istituzionali, economiche, ecc.) e perché si creino nuove relazioni al
fine anche di promuovere nuovi progetti di sviluppo sostenibile la cui
realizzazione è favorita dai contributi europei e regionali oggi
disponibili.
Grazie alla propria esperienza molti volontari possono contribuire con
proposte e progetti ad importanti iniziative utili al nostro territorio,
ad esempio: la Via Verde del Brenta (corridoio culturale ed
ecoturistico), la salvaguardia e corretta valorizzazione del patrimonio
naturale e paesaggistico (fluviale, rurale, collinare e terrazzato)
oltre che storico, culturale e architettonico (il museo diffuso della
cultura materiale, il polo delle arti e dei mestieri), la valorizzazione
della ruralità (il parco rurale comprensoriale, le fattorie didattiche,
sociali, creative, i percorsi a tema).

Ti invitiamo perciò a restituire il questionario cortesemente compilato
possibilmente entro _lunedì 25 gennaio_ inviandolo per email a
bassanosostenibile@gmail.com o via
fax 0424.503694 o consegnandolo a mano a Franco Bizzotto presso la
Libreria Palazzo Roberti in via J. Da Ponte, Bassano del Grappa (per
chiarimenti 0424 503694).

I dati raccolti, che permetteranno di promuovere nuovi tavoli di lavoro,
saranno presentati e discussi in una tavola rotonda _sabato 6 febbraio
2010 alle ore 9,30 presso la sala __della Farmacasa, via Cà Dolfin, 50,
Bassano del Grappa_. In tale occasione le opportunità offerte dalle
norme comunitarie e regionali verranno illustrate dai rappresentanti del
partenariato pubblico-privato Terre del Brenta.

Circolo Carotti, Gruppo Salvaguardia Valbrenta, 2004 Coordinamento Ambiente

domenica 10 gennaio 2010

I MOTIVI PER LA NOSTRA OPPOSIZIONE ALL'AUTOSTRADA PEDEMONTANA VENETA



Pur condividendo la necessità di uno sforzo comune da parte delle istituzioni, per adeguare le viabilità in vista di un miglioramento della mobilità dei cittadini e delle merci, non possiamo accettare le attuali soluzioni viabilistiche proposte per l’area pedemontana veneta.

L’infrastruttura denominata ‘’Superstrada a pagamento Pedemontana Veneta’’ tradisce completamente il risultato ed i propositi della Conferenza dei Servizi del 31 Marzo 2001.

In tale sede i Sindaci del vicentino e del trevigiano espressero la loro scelta per una infrastruttura a basso impatto e a servizio del territorio.
Sembra ora , avvallorato anche dalla molte preoccupazioni delle Amministrazioni Comunali, prendere consistenza un progetto di natura autostradale, ad altissimo impatto ambientale e completamente scollegato dalle esigenze di viabilità del territorio.

Pertanto i motivi della nostra contrarietà a questo progetto vengono confermati in base alle seguenti considerazioni.

1. L’infrastruttura asserva il territorio anziche’ porsi al servizio del territorio stesso. Ne e’ chiara evidenza il fatto che l’intero tratto della preesistente ‘’Gasparona’’ e variante sud SS 248 (tangenziale di Bassano) viene riproposta come strada, mantenuta nella sua sede o riproposta come complanare, per dare continuità al traffico locale. Questa e’ la prova evidente che la nuova infrastruttura autostradale non serve al traffico locale anzi lo complica e lo rallenta interferendo pesantemente sull’attuale viabilità.
2. Il fatto stesso che il traffico locale abbia bisogno di una sua rete indipendente da mantenere o ripristinare, prevede l’asservamento del territorio per traffici esterni di media e lunga percorrenza, scollegati a esigenze produttive o di mobilità locale, con discutibili vantaggi per il territorio e sicuri svantaggi in termini di aumento notevole del livello di inquinamento da gas di scarico e acustico e di devastazione ambientale senza precedenti e non prevista. Quest’ultima considerazione relativa al danno ambientale appare in tutta la sua evidenza considerando il fatto che l’infrastruttura non sfrutta affatto i sedimi esistenti come previsto invece dalla legge ma si ripropone in nuova sede in tratti a nord ed in tratti a sud rispetto ai sedimi stradali già esistenti.
3. Rimane invariato e senza nessuna garanzia di soluzione il gravissimo rischio gia’ espresso piu’ volte dai capitolati tecnici dei progetti preliminari del danno alle falde acquifere ed in definitiva a tutto il bacino idrogeologico alimentato dall’alta pianura dove l’autostrada pedemontana e’ stata progettata. La vulnerabilità del sistema idrogeologico in caso di sversamento di sostanze tossiche sia in fase di realizzazione dell’infrastruttura che nella fase di esercizio potrebbe rendere le acque inutilizzabili a scopi potabili per molti decenni e per molti chilometri a sud dell’autostrada con danni inestimabili a carico delle comunità del Veneto.
4. Appare in tutta la sua evidenza il danno economico della realizzazione di questa infrastruttura che insiste in un’area a forte vocazione sia produttiva ( con culture tipiche come i vitigni nella zona di Breganze, la ciliegia nella zona di Marostica e l’asparago nel bassanese) sia a vocazione produttiva e residenziale. Ne e’ evidenza il numero senza precedenti di cittadini espropriandi ed il numero francamente inacettabile di edifici abitativi soggetti a demolizione.
5. Manca del tutto qualunque ipotesi di intermodalità ferro-gomma cioè la relazione con le reti ferroviarie esistenti in modo da integrare i movimenti stradali delle merci con un piu’ razionale trasporto mediante ferrovia. Si continuano a privilegiare i sistemi inquinanti di trasporto andando contro le attese di riduzione dei gas serra.

Pertanto, come Costituente Ecologista del Vicentino, esprimiamo la nostra più ferma opposizione a questo progetto per i danni al territorio e alla vivibilità dello stesso.
Inoltre chiediamo che ci sia un inversione di rotta sulla progettazione e sullo sviluppo del territorio che faccia sì che si punti su uno sviluppo sostenibile e sulla qualità della vita e dell’ambiente, visti anche i problemi ecologici che stanno affliggendo il pianeta e che hanno ricadute anche in Veneto e che saranno sempre più gravi nei prossimi anni
Chiediamo inoltre alla popolazione interessata all’infrastruttura e non di manifestare la loro più ferma opposizione per far sì che venga quantomeno radicalmente modificato il progetto.

Costituente Ecologista del Vicentino

domenica 3 gennaio 2010

IL SENTIERO DEL BRENTA A CAMPOLONGO



Pubblico alcune foto e una denuncia fatta da una persona di Valstagna, in Valbrenta sullo stato del Sentiero del Brenta.

Sentiero del Brenta ecco le condizioni.............
Ad ognuno di noi le dovute considerazioni.
Avevo già segnalato all'autorità competente per territorio le dovute osservazioni.
Tutto tace....

Giovanni