lunedì 28 settembre 2009

APPELLO


MOBILITIAMOCI ANCHE NEI NOSTRI TERRITORI PER IL CLIMA

Ai primi di dicembre del 2009 si terrà a Copenhagen, in Danimarca la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima.
Gli scienziati affermano che i cambiamenti climatici potranno avere conseguenze devastanti per gli esseri umani, per gli animali e per la vita del pianeta e purtroppo questi Vertici come è già stato dimostrato di solito producono molto poco.

Perciò nel mondo sono già iniziate e continueranno fino a dicembre le mobilitazioni per chiedere una concreta politica di taglio delle emissioni di gas serra.

Mentre anche nel nostro territorio sono sempre più evidenti i segnali che il clima sta cambiando (quest’estate è stata significativa), assistiamo invece che nella nostra regione le politiche contro i cambiamenti climatici sono praticamente inesistenti.

Nel territorio bassanese ci sono e ci saranno poi una serie di situazioni che invece di aiutare il clima contribuiranno all’aumento dell’effetto serra (Autostrada Pedemontana, cave, continua cementificazione, ecc…).

Perciò facciamo appello ai comitati, associazioni, singole persone, ecc… per trovarsi e organizzare in questi due mesi prima degli inizi del vertice una serie di iniziative di informazione e di protesta anche nel bassanese per contribuire tutti quanti a salvare il pianeta, il nostro territorio e il nostro futuro prima che sia troppo tardi.

COPENHAGEN 2009, MOBILITIAMOCI PER IL CLIMA ORA





Il 30 novembre 2009 i governi del mondo si riuniranno a Copenhagen per la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima. Sarà il più grande vertice sul cambiamento climatico di sempre perché si dovrà decidere se tentare di risolvere il problema o proseguire sull’inconcludente linea di Bali (il vertice precedente).

I risultati fin qui ottenuti sono stati scarsissimi perché sostanzialmente si è deciso di andare avanti - a parte le vuote dichiarazioni d’intenti - sul modello “business as usual”.

Cosa significa andare avanti con il modello “business as usual”? Significa non fare assolutamente niente e portare il pianeta sull’orlo del collasso. Secondo gli scienziati britannici del Met Office infatti seguendo questa strada ci sarebbe un innalzamento delle temperature medie globali di 5,5-7,1 gradi centigradi entro il 2100.

Tanto per capirci con un innalzamento di soli 4 gradi un quinto delle specie animali sarebbero a rischio estinzione e 1-2 miliardi di persone patirebbero la scarsità d’acqua. Non solo, le piante e il suolo ridurrebbero drasticamente la quantità di carbonio assorbito, e il metano rilasciato dal permafrost e lo scioglimento dei ghiacci accelererebbero ulteriormente questi processi.

Cosa dicono gli scienziati britannici? Semplice, bisogna iniziare ad agire a partire dal 2010 “early and fast”, presto e velocemente, altrimenti non saremmo in grado di limitare i danni, ovvero mantenere l’aumento delle temperature entro il limite sopportabile di 2 gradi.

Per questo Copenhagen rappresenterà un momento cruciale da questo punto di vista: significherà decidere concretamente il nostro futuro.

martedì 22 settembre 2009

IL PROGETTO DI CEMENTIFICAZIONE DELLA PIANA DI MARCESINA


Note relative al progetto preliminare relativo a: valorizzazione turistica ambientale e naturalistica dell’area transfrontaliera della piana di Marcesina in Comune di Enego VI

Premesso che in data 04.07.2007 a Recoaro Terme (VI) tra la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Trento è stata sottoscritta una intesa per migliorare l’esercizio delle funzioni amministrative inerenti i settori dello sviluppo locale, della sanità, della cultura, dell’alta formazione, dell’istruzione e della formazione, delle infrastrutture e reti di trasporto.
L’atto di intesa è stato ratificato dalla Regione Veneto con Legge Regionale n. 31 del 26.10.2007 e dalla Provincia Autonoma di Trento con Legge Provinciale n. 21 del 16.11.2007.
La Regione Veneto con delibera della Giunta Regionale n. 1655 del 24.06.2008 ha approvato il programma triennale degli interventi, nel quale per l’anno 2009 è inserito il Comune di Enego per un progetto denominato “valorizzazione turistica ambientale e naturalistica dell’area transfrontaliera della Piana di Marcesina” per un importo complessivo di € 3.500.000,00 Detto progetto è cofinanziato dal Comune di Enego per l’importo di € 87.500,00 pari al 2,5% del costo totale dell’opera.
Il Comune di Enego con delibera di Giunta n. 65 del 26.08.2008 ha approvato il progetto preliminare, il quale, riassumendo prevede quanto segue:
- Realizzazione di n. 9 aree di soste per n. 840 autovetture e n. 50 piazzole per camper, oltre alla realizzazione di focolari, tavoli e servizi igienici per pic-nic. L’area complessiva interessata dai parcheggi è di mq. 36.600. Le aree saranno dotate di parchimetri a pagamento.
- Il progetto prevede altresì l’allestimento di un sito museale della grande guerra sul forte Lisser, interventi sulla viabilità esistente e la sistemazione di una casetta forestale di proprietà comunale.
La piana di Marcesina, situata a quota 1.350 s.l.m. è stata dichiarata di notevole interesse pubblico con decreto ministeriale dei Beni Culturali e Ambientali in data 1 agosto 1985;
L’area fa parte della rete natura 2000 di cui alle direttive 79/409/CEE, 92/43/CEE, zona SIC recepita con delibera della Giunta Regionale Veneta n. 448 del 21.02.2003 – IT3220036 Altopiano dei Sette Comuni. L’area inoltre è gravata dal diritto di uso civico.
La previsione progettuale per realizzare i posti macchina e camper non si basa su alcuna rilevazione statistica circa l’afflusso di autovetture nella Piana, non esiste una analisi sulle reali capacità del territorio di supportare una così notevole massa di turisti, col rischio fondato di pregiudicare l’ambiente forestale, il sistema floristico e faunistico. Nella Piana esistono due torbiere, le quali sono state oggetto di studi approfonditi da parte di studiosi qualificati, i quali hanno messo in risalto la presenza di rarissi-me specie vegetali, e hanno consigliato l’adozione di protezioni adeguate, quali recinzioni e passaggi obbligati al fine di salvaguardare la loro tipicità. Attualmente le due aree sono pressoché abbandonate, prive di recinzioni e adeguata segnaletica, e nemmeno con Il progetto appena approvato è previsto alcun intervento, e ciò in palese contrasto con il titolo dell’opera finanziata, la quale fa chiaro riferimento alla “valorizzazione naturalistica dell’area”. Per valorizzazione naturalistica, l’amministrazione che ha approvato il progetto preliminare, considera “ consapevolmente” la creazione di aree adibite a parcheggio.
Va comunque segnalato che l’iter per l’approvazione del progetto esecutivo appare abbastanza tortuoso, in quanto è in contrasto con il vigente P.R.G. del Comune di Enego, contrasta pure con il P.T.R.C. adottato dalla Regione Veneto , dovrà essere adottata una apposita variante urbanistica e contestualmente approvata la V.I.A. , inoltre dovrà essere richiesto alla Regione Veneto – Dipartimento Foreste, il mutamento di destinazione d’uso delle aree che da pascolo verranno trasformate in aree da parcheggio perché gravate di uso civico.

ENERGIA NUCLEARE IN VENETO? NO GRAZIE


No alle centrali nucleari nel veneto, investire nelle energie rinnovabili: risoluzione approvata dal Consiglio regionale Veneto

17 settembre

Approvata dal Consiglio regionale Veneto di mercoledì 16/9 una risoluzione proposta dal centro sinistra che boccia la disponibilità dichiarata dal Presidente regionale Giancarlo Galan ad ospitare in Veneto nuove centrali nucleari.

NO ALLE CENTRALI NUCLEARI NEL VENETO, INVESTIRE NELLE ENERGIE RINNOVABILI

Con questo titolo è stata discussa in Consiglio Regionale, mercoledì 16/9, una risoluzione proposta dal centro sinistra. La Lega Nord si è astenuta e l’aula ha votato a favore di stretta misura.

Si è, di fatto, sconfessata da parte del Parlamento del Veneto la disponibilità dichiarata del Presidente regionale Giancarlo Galan ad ospitare in questa regione centrali nucleari, così come previste dal Governo Berlusconi.

Forti le critiche per il metodo adottato da Galan che, senza consultare la società civile e politica veneta, ha subito sposato la politica neonuclearista del Governo. Denunciato durante il Consiglio anche la individuazione di Chioggia come sito per una prossima centrale nucleare in Veneto.

Gianfranco Bettin: "Atto importante del Consiglio che critica il decisionismo del presidente Galan e invita a definire finalmente un piano energetico regionale con forti investimenti per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie e applicazioni con fonti energetiche rinnovabili".

venerdì 18 settembre 2009

IMMAGINI DAL PRESIDIO CONTRO IL NUOVO PROGETTO DI SUPERSTRADA VALSUGANA

ECCO ALCUNE FOTO DEL PRESIDIO CHE SI E' TENUTO DAVANTI ALLA SEDE DELLA COMUNITA' MONTANA DEL BRENTA A CARPANE', PER PROTESTARE CONTRO IL NUOVO PROGETTO DI SUPERSTRADA VALSUGANA, DOVE ERA IN CORSO UNA RIUNIONE TRA L'ASSESSORE DEI TRASPORTI REGIONALI CHISSO E I SINDACI DEL TERRITORIO INTERESSATI AL PROGETTO.



venerdì 11 settembre 2009

APPROVATA UNA ENNESIMA CAVA IN VALBRENTA



Le immagini sono tratte dal blog http://www.gsv.altervista.org



VALBRENTA O VAL CAVA



La commissione regionale ha approvato i giorni scorsi l'ampliamento della cava di detrito "Valgrande", nel comune di Valstagna tra Collicello e Cornale dove è già presente un ampio scavo.
Questa cava deturperà la parte più bella paesaggisticamente della vallata già interessata da altre escavazioni come a Cismon e a Primolano.
Si tratta di un vasto appezzamento di terreno boschivo morfologicamente in scarpata.
Questi i dati della futura escavazione.
A sud ci sarà un ampliamento di 83.329 mq, mentre a nord l'ampliamento sarà di 94.486 mq.
La coltivazione è prevista per 250 giorni lavorativi all'anno, mediamente per 8 ore lavorative al giorno. La capacità estrattiva annua sarà di 150.000 metri cubi, pari mediamente a 600 metri cubi al giorno. L'escavazione arriverà fino a 4 metri di profondità dal piano stesso. La ricomposizione verrà eseguita con il riporto e la stesa di materiale sabbioso- limoso per il drenaggio delle acque meteoriche che arriverà a 7 metri sopra la strada. La strada poi verrà allargata verrà inoltre costruito un ponte per collegare Cismon rimarrà un terrazzo che sarà rimboscato e una pista ciclabile che lo attraverserà.
Il tutto per 20 anni di lavori.

martedì 8 settembre 2009

ALLARME CLIMA


Ban Ki-Moon, segretario generale dell’ONU lancia l’allarme per il clima

7 settembre

Andiamo verso l’abisso. Questo il senso del drammatico appello lanciato da Ban Ki-Moon alla Terza Conferenza Mondiale sul clima che si sta tenendo a Ginevra.

Clima, drammatico appello di Ban Ki-Moon: «Andiamo verso l’abisso»

GINEVRA. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha esortato la comunità internazionale ad agire «adesso» per lottare contro i cambiamenti climatici:

«Abbiamo il piede sull’acceleratore e ci stiamo dirigendo verso l’abisso», ha ammonito Ban Ki-moon in un intervento alla Terza Conferenza mondiale sul clima, in corso a Ginevra.

«Abbiamo scatenato forze potenti ed imprevedibili, il cui impatto è già visibile. L’ho osservato con i miei occhi», ha aggiunto Ban Ki-Moon reduce da una missione all’Artico, regione che si sta riscaldando più rapidamente di ogni altra regione della Terra.

Purtroppo - ha deplorato - c’e ancora «inerzia» e nelle discussioni internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici «osserviamo solo progressi limitati».

«Non possiamo permetterci il lusso di progressi limitati. Abbiamo bisogno di rapidi progressi», ha insistito.

Gruppo L’Espresso

4 settembre 2009

sabato 5 settembre 2009

PEDEMONTANA: UN'OPERA NON NECESSARIA



LA STORIA La Pedemontana nasce come Autostrada; all’inizio del 1997 i Sindaci dei vari Comuni interessati al tracciato del progetto dell’Autostrada Pedemontana Veneta (A.P.V.) furono convocati e informati dell'intenzione delle amministrazioni Provinciali (Vicenza, Treviso e Padova) e della Regione Veneto di avviare l’iter burocratico per la realizzazione dell'Autostrada.

A chi obbiettava, in tale sede, che i Comuni avevano approvato degli utilizzi diversi per le zone interessate al tracciato, veniva risposto che: “L'autorità della Regione superava quella dei Comuni”, e che “Nessun Sindaco doveva appoggiare proteste popolari” perché non sarebbe servito a nulla in quanto, nei palazzi che contano, le decisioni erano già state prese (una vecchia storia che conosciamo già!).

Ma c’era però una legge dello Stato che impediva la costruzione di nuove autostrade! Niente paura, le leggi si cambiano (oppure si aggirano), e così l’Autostrada si è trasformata in “Superstrada a pagamento!”, che però ha le stesse caratteristiche progettuali di un’autostrada.

IL TRACCIATO L’attuale progetto della Superstrada Pedemontana Veneta si divide in due segmenti: il primo parte, staccandosi dalla A27 Mestre-Vittorio Veneto a sud di Spresiano, passa tra Castelfranco e Montebelluna, punta verso la zona nord di Rosà (sud di Bassano) accostandosi al tracciato della provinciale Gasparona, per poi piegare decisamente a sud all'altezza di Breganze, fino ad incrociare l'A31 Valdastico a Dueville.

Il secondo segmento autostradale si stacca da Thiene, prosegue fino a Malo e continua nella val Leogra fino a Isola Vicentina. Da qui il tracciato prosegue in galleria profonda, sotto Priabona sbucando a Castelgomberto e proseguendo in territorio di Trissino e Montecchio Maggiore fino all'innesto con l’A4 Serenissima ad Alte.

MA SERVE VERAMENTE? II nostro territorio è fortemente urbanizzato e la forza della nostra economia è rappresentata in primo luogo dalle tante piccole e medie imprese. Tutti i cittadini ritengono - e noi con loro – che la mobilità delle persone e delle merci sia insoddisfacente, ma per risolvere i gravi problemi dati dal traffico locale bisognerebbe puntare con forza verso soluzioni che non siano solo il costruire sempre più strade ma sul trasporto collettivo delle persone e sulla razionalizzazione dello stoccaggio e mobilità delle merci.

Invece, così come viene concepita e per sua stessa natura, la Superstrada a pagamento Pedemontana non risolverà mai i problemi della viabilità locale, vista la non convenienza economica ad utilizzarla. Il problema del traffico sulle nostre strade è infatti costituito per 1’85% da veicoli a breve percorrenza (raggio di 15 km) e solo per il 15% da veicoli a lunga percorrenza.

In definitiva ci pare che si tratti di un’inutile ferita aperta sul nostro territorio, ferita che non rimarginerà mai più.

mercoledì 2 settembre 2009

L' ULTIMO ASSURDO PROGETTO DI SUPERSTRADA VALSUGANA






Zoom Foto


Articolo del Giornale di Vicenza sulla nuova proposta di Supestrada Valsugana.

Invitiamo tutti i lettori a scrivere al nostro blog per esprimere la loro opposizione a questo assurdo progetto.


Il tracciato della Superstrada Valsugana. In verde i tratti in galleria e in viola il viadotto di Campolongo

Lo svincolo in coincidenza della futura Pedemontana veneta a sud di Marsan, nel territorio comunale di Marostica, poi dritto verso nord in corrispondenza dell'incrocio fra la strada della Fratellanza e la Schiavonesca-Marosticana 248, nei pressi della Centrale del latte e del distributore Agip, sempre a Marsan, con un'altra connessione alla viabilità già esistente. E ancora verso nord, nella zona pedemontana compresa tra la strada provinciale della Fratellanza e via Rivana per infilarsi in galleria nelle colline bassanesi, uscire a Campese e percorrere in destra Brenta la zona industriale della frazione lambendo il territorio di Pove dove dovrebbe esserci un altro svincolo per un raccordo con l'attuale viabilità.
Quindi nuovamente in galleria, più o meno sotto il monte Caina, per tornare all'aperto a Campolongo, in località Contarini e da qui superare con un lungo balzo il Brenta su un viadotto di 35-37 metri d'altezza, approdando dall'altra parte della Vallata, poco a nord del cimitero di San Nazario. Qui ci si infila ancora in galleria per uscirne a Rivalta dove ci si innesta sulla esistente Ss 47.
È la "viabilità di proposta" della futura Ss 47 a pagamento come si intuisce dall' "Itinerario della Valsugana Valbrenta-Bassano-ovest-superstrada a pedaggio" elaborato dalla "Società impresa Pizzarotti & C. spa-Ing. Mantovani spa-Cis Compagnia investimenti sviluppo spa-Cordioli spa" (18 chilometri per 731 milioni di euro al netto dell'Iva, costo del proposta 18,2 milioni di euro), presentato il primo di luglio in Regione e che comincia a girare in fotocopia negli uffici comunali della Valbrenta. E naturalmente, in Vallata, monta la protesta per un progetto, e per una delibera regionale, che in periodo ferragostano ha colto di sorpresa tutti, sindaci e amministratori provinciali.
«È un fulmine a ciel sereno - dice il sindaco di Campolongo Mauro Illesi - non ne sapeva nulla nessuno. Eppure sarà pur venuto qui qualcuno a fare dei rilievi. Così si stravolge un accordo che ci aveva visto d'accordo tutti, Regione, Provincia, Anas, Prefettura e Comuni. La delibera della Giunta veneta del 4 agosto fissa un termine di 90 giorni per progetti alternativi. Naturalmente è un termine brevissimo. Tutto ciò è gravissimo. Si tratta del vecchio progetto "Berti", datato di qualche decennio fa, con l'aggiunta del tratto fra le colline bassanesi e Marsan. Inutile dire che l'impatto sarà devastante. In paese ci ritroveremo con un viadotto che valicherà il Brenta a 35-37 metri d'altezza sino all'altra parte della valle, sopra il cimitero di San Nazario. Ho sentito l'assessore provinciale Costantino Toniolo e so che non l'ha presa bene».
L'amministratore vicentino, in effetti, ha scritto al collega regionale Chisso chiedendo il coinvolgimento della Provincia berica nella progettazione e ricordandogli l'accordo sottoscritto per la progettazione del tratto Pove-Pian dei Zocchi.
La Provincia si è fortemente impegnata, anche finanziariamente con 1,68 milioni di euro, per far avanzare il progetto in sinistra Brenta. Già lo scorso ottobre Toniolo aveva sollecitato l'Anas a procedere nella direzione delineata a suo tempo dal ministro Di Pietro a seguito dell'incontro di Carpanè del 22 gennaio 2008. Evidentemente il governatore veneto Giancarlo Galan, che pure ha riscontrato la precedente ipotesi di variante alla Ss 47 nel piano quinquennale 2007-2011 dell'Anas e nella Legge Obiettivo 2001, ha registrato l'assenza concreta dei fondi necessari alla realizzazione di un tracciato che la delibera ritiene tra gli «obiettivi prioritari sia a livello nazionale che regionale». Constatazione che ha portato al mutamento di rotta verso il project financing che ha spiazzato tutti.
«Anche la Comunità montana - ribadisce Illesi - non sapeva nulla -. Cadiamo tutti dalle nuvole, ancor più riflettendo sul fatto che sul Pati si parlava ancora della galleria in sinistra Brenta».
Carlo Barbieri